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Impermeabilizzazione di coperture piane: tecniche, materiali, prodotti

03 Giugno 2025
Per ogni copertura piana, la sfida maggiore consiste nell’isolamento dagli agenti meteorici, e se con i giusti materiali e una corretta progettazione è possibile contrastare la problematica delle infiltrazioni, per le coperture metalliche esistono prodotti appositamente studiati per portare a massimizzarne le funzionalità.

Nel caso di utilizzo di coperture piane, l’installazione del corretto sistema di impermeabilizzazione è un punto cruciale al fine di evitare infiltrazioni meteoriche. Le sollecitazioni, che avvengono durante le fasi di realizzazione e di esercizio, a cui le coperture sono sottoposte, infatti, vanno a scaricarsi sul manto di copertura, minandone la funzionalità.
Nello specifico, l’intrinseca leggerezza delle lastre metalliche, che le espone alla forza del vento e all’eventuale carico della neve, rende necessario realizzare l’isolamento e l’impermeabilizzazione di coperture piane attraverso un’accurata progettazione e l’impiego dei giusti prodotti.
Gli elementi dell'impermeabilizzazione di coperture piane metalliche
Partendo dall’esterno della stratigrafia, il primo elemento che si incontra è il manto impermeabile, ovvero lo strato continuo che impedisce l’infiltrazione dell’acqua nel pacchetto di copertura e che protegge gli strati sottostanti. Tra le soluzioni più utilizzate figurano guaine bituminose, membrane sintetiche e, nel caso delle coperture piane metalliche, lastre aggraffate e sistemi di copertura metallica come SANDfuture, ingegnerizzato da Sandrini Metalli per rispondere alle specifiche esigenze di un tetto piano.
Sotto al manto impermeabile c’è lo strato isolante, necessario per contenere il consumo energetico dell’edificio, oltre che limitare le dilatazioni della struttura portante. Nel caso della copertura piana continua in metallo le opzioni isolanti migliori sono EPS, poliuretano, lana di vetro o lana di roccia.
Scendendo ancora nella stratigrafia dell’impermeabilizzazione delle coperture piane, l’ultimo elemento presente dovrebbe essere la barriera al vapore: il vapore acqueo, infatti, nella stagione invernale migra dall’interno verso l’esterno dell’edificio riscaldato, rischiando di inumidire l’isolante termico sovrastante, con conseguenze negative dal punto di vista funzionale e della durabilità del manto di copertura. Da ciò la necessità di bloccare il vapore prima che arrivi all’isolante attraverso la barriera al vapore, una membrana solitamente realizzata in poliestere o in polietilene.
Impermeabilizzazione di coperture piane: confronto tra alcune soluzioni
Quando si parla di impermeabilizzazione dei tetti in lamiera, le soluzioni più adottate includono guaine bituminose, membrane sintetiche e lastre metalliche. Ognuna di queste presenta vantaggi e criticità specifiche, che è importante conoscere per scegliere l’opzione più adatta in funzione della struttura e delle condizioni ambientali.
Guaine bituminose e membrane sintetiche
Le guaine bituminose derivano dalla distillazione del petrolio e sono generalmente provviste di armatura, mentre i materiali più utilizzati per la realizzazione di membrane sintetiche sono il PVC e l’EPDM. Le guaine bituminose possono essere fissate in totale aderenza attraverso sfiammatura, mentre le membrane sintetiche sono in genere posate tramite incollaggio diretto oppure in semiaderenza con fissaggi meccanici o a induzione.
Le membrane bituminose e le guaine sintetiche hanno in genere una buona resistenza meccanica, tuttavia presentano importanti criticità, legate soprattutto alla loro posa in opera e alla durabilità del manto stesso, che richiede frequenti manutenzioni periodiche per garantirne l’integrità nel tempo.
Se la sfiammatura è un metodo di fissaggio efficace ma rischioso per quanto riguarda le ingenti quantità di materiale facilmente infiammabile normalmente presente in cantiere, nel caso della posa in semiaderenza attraverso fissaggi meccanici i rischi riguardano direttamente la funzione impermeabilizzante del prodotto, in quanto la foratura del manto di copertura può facilmente generare parti a rischio d’entrata d’acqua. La posa in indipendenza avviene invece a secco, incollando a fiamma solo le sovrapposizioni e zavorrando il resto della superficie. Per tutte e tre le tipologie di posa, però, la difficoltà maggiore riguarda la perfetta adesione della membrana alla sottostruttura, risultato che spesso non si riesce a raggiungere dando origine ad avvallamenti e crepe che impediscono all’acqua piovana di defluire regolarmente.
Lastre metalliche
Diverso è il discorso che riguarda l’impermeabilizzazione di coperture piane attraverso l’utilizzo di lastre metalliche, come quelle costituenti il sistema SANDfuture.
Come impermeabilizzare un tetto in lamiera: soluzioni e accorgimenti tecnici
Impermeabilizzare un tetto in lamiera richiede soluzioni specifiche, in grado di adattarsi alle caratteristiche metalliche della copertura e di garantire durabilità anche in condizioni climatiche critiche. Come abbiamo detto, le tecniche più diffuse prevedono l’applicazione di guaine bituminose o membrane sintetiche, come PVC e EPDM, spesso utilizzate anche su coperture piane. Tuttavia, nel caso delle lamiere, è fondamentale considerare la dilatazione termica del metallo e la necessità di scegliere materiali altamente elastici e resistenti agli agenti atmosferici.
Per ottenere un risultato efficace, l’impermeabilizzazione può avvenire tramite:
- posa in totale aderenza, utilizzando primer e applicazioni a caldo;
- semiaderenza, tramite fissaggi meccanici con dischi e tasselli;
- oppure posa a secco, combinando la membrana con zavorre come ghiaia o pavimentazioni galleggianti.
Ciascuna tecnica presenta vantaggi e limiti, in particolare per quanto riguarda la continuità dello strato impermeabile: giunzioni imperfette, forature e distacchi localizzati possono compromettere l’efficacia del sistema. È quindi essenziale prevedere una posa accurata, con strati separatori drenanti, barriere al vapore e sistemi di raccolta e smaltimento dell’acqua piovana integrati nella copertura.
In alternativa, i sistemi metallici modulari come SANDfuture rappresentano una soluzione strutturale completa e a lunga durata, pensata proprio per coperture in lamiera. Oltre a garantire un’ottima impermeabilità senza bisogno di guaine, questi sistemi semplificano e velocizzano la posa in opera e riducono i rischi legati alla manutenzione periodica.
SANDfuture: studiato per essere impermeabile
Copertura piana realizzata con lastre SANDfuture – colorazione Bianco Grigio
Il sistema per coperture metalliche continue SANDfuture presenta numerosi vantaggi per quanto riguarda l’impermeabilizzazione di coperture piane, configurandosi come una tra le soluzioni più indicate in tale contesto.
In primo luogo, il giunto drenante delle lastre SANDfuture è appositamente studiato per impedire l’infiltrazione d’acquae garantirne il corretto smaltimento.
In secondo luogo, SANDfuture grantisce una posa rapida, agevole e sicura: il fissaggio del sistema è a scomparsa, mentre il reciproco sormonto delle lastre avviene con un sistema ad incastro, eliminando completamente ogni necessità di foratura esterna che potrebbe minare l’integrità del manto e permettendo di ricoprire vaste porzioni di copertura in poco tempo.
A differenza di quanto accade per le guaine, l’impermeabilizzazione di coperture piane con il sistema SANDfuture non richiede alcuna manutenzione ed è completamente riciclabile a fine vita.
Da non sottovalutare anche un ultimo vantaggio: la qualità estetica. La sezione architettonica di pregio del profilo si unisce infatti alla possibilità di personalizzazione dei prodotti sia in termini di materiali che di finiture e colorazioni, restituendo una copertura piana esteticamente piacevole e tecnicamente performante.